La domenica è il giorno in cui ci si propone di lavorare anche la domenica (Leo Longanesi)
Basta un pc, una connessione internet e casa nostra può diventare il nostro ufficio del fine settimana. E negli ultimi anni sempre più persone hanno iniziato a lavorare anche durante il weekend, riducendo il periodo di riposo settimanale solo al sabato. Secondo Joe Weisenthal, editore esecutivo del sito Business Insider, sembra che staccarsi totalmente dal lavoro per due giorni di fila è troppo difficile per molte persone. E così esse, dopo aver utilizzato il sabato per ricaricare le batterie, già la domenica mattina sono pronte a tornare a “produrre” qualcosa. Per esempio Weisenthal, in questo articolo, fa notare come il traffico del sito di Business Insider, non certo un sito dove trovare letture leggere e disconnesse dal mondo del lavoro, è quasi sempre superiore la domenica rispetto al sabato. Ma perché le persone non vogliono staccare di più? O perché non riescono a staccare?
Soprattutto per alcuni lavori esiste da sempre una sovrapposizione tra lavoro e piacere. Pensiamo ai giornalisti egli scrittori. Pensiamo a chi ha trasformato la passione per l’insegnamento la propria professione. Il web 2.0, i blog, i social ci spingono a parlare, raccontare, descrivere e condividere le nostre conoscenze. Ma spesso durante la settimana non possiamo, perché abbiamo altri impegni prioritari.
Ma questa categoria di persone è solo una parte di un mondo più complesso. Per molte delle persone che lavorano la domenica la motivazione è legata alla solitudine, al non saper come passare il tempo libero e al non sapersi rilassare. Si lavora perché dobbiamo e perché magari ci piace farlo, abbiamo bisogno di sostentamento economico e il lavoro è un forte elemento per strutturare la nostra identità. Ma molte persone hanno messo il lavoro al centro della loro vita sociale. Si esce solo con i colleghi (se si esce), l’argomento principale di discussione è il lavoro, le nostre letture principali riguardano la nostra professione. E siamo sempre connessi con il nostro lavoro. Perché ora il lavoro ha iniziato a travalicare i confini dello spazio-tempo personale. Entra in casa attraverso un pc, un laptop, un palmare, uno smartphone. E oltrepassa i limiti temporali dell’ufficio, della pausa pranzo, della viaggio per andare al lavoro. Siamo sempre reperibili e il lavoro è sempre lì, pronto per noi.
Una volta l’ufficio chiuso nel fine settimana, il limitato utilizzo del cellulare, la difficoltà di controllare le email, l’assenza di un pc in casa (o uno comune da dividere tra partner, figli, ecc..) ci rendeva quasi inimmaginabile il lavoro durante il weekend. E ci spingeva ad utilizzare quel tempo in un’altra maniera.
Tuttavia Weisenthal conclude il suo articolo con questa riflessione. Quella stessa mattina (era domenica) sarebbe potuto andare a giocare a golf. Tuttavia la giornata gelida l’ha fatto rimanere a casa, facendolo trascorre un paio di piacevoli ore di lettura. Indovinate cosa ha letto? Articoli di business. E Weisenthal si chiede: era lavoro o piacere? La sua risposta è: piacere, perché non ero pagato per farlo. Ma voleva farlo, perché il suo lavoro lo stimola e gli piace.
Quindi la mia domanda è: quanti di noi lavorano nel weekend per piacere e quanti perché, senza lavorare, si sentono sperduti?