Ogni giorno ci troviamo nella condizione di poter incoraggiare qualcuno. Allo stesso modo abbiamo in continuazione la possibilità di scoraggiare gli altri. Incoraggiare significa animare, incitare,infondere coraggio, spronare qualcuno. Essa è sinonimo di esortare, sostenere, aiutare, rincuorare. Ha valenza prettamente positiva. Al contrario, scoraggiare significa far perdere il coraggio a qualcuno, provocare in lui un senso di sfiducia, frenare, privare di coraggio o di speranza”. Scoraggiare non ha quasi mai una valenza positiva.
Molto spesso non ci rendiamo nemmeno conto di quanto le nostre parole, i nostri atteggiamenti, le nostre risposte possano fortemente influenzare gli altri. E così, invece di prendere in considerazione quello che stiamo facendo e di riflettere prima di dire qualcosa , ci ritroviamo spesso a parlare senza pensare e senza renderci conto delle conseguenze delle parole che scegliamo. Così come non valutiamo l’impatto dei silenzi e delle risposte non date.
Da bambini siamo circondati da persone che ci incoraggiano in continuazione. Quando giochiamo, cerchiamo di dire le prime parole, proviamo a camminare o a gattonare, c’è sempre qualcuno pronto a sorriderci, applaudirci, dirci “bravissimo/a”! E questo feedback ci spinge a provare a fare sempre di più, a ripetere le stesse parole per ore e ore o a cercare di rialzarci e camminare ogni volta che cadiamo a terra.
Ma crescendo il clima cambia. Le persone intorno a noi iniziano ad essere sempre meno incoraggianti, a sottolineare i nostri errori senza poi offrirci suggerimenti e appoggio per poter migliorare. Con il risultato che a volte risulta più facile non intraprendere una strada difficile o irta di difficoltà perché siamo spaventati dal fallimento e nessuno ci offre il giusto sostegno.
Prendiamo l’ambiente di lavoro. L’obiettivo, in qualsiasi lavoro, è quello di riuscire a migliorarci costantemente. E spesso, soprattutto all’inizio, siamo spinti da motivazioni personali, dalla voglia di riuscire e di sentirci soddisfatti di noi stessi. Ma non viviamo in una campana di vetro, siamo animali sociali. E abbiamo bisogno, chi più, chi meno, di riconoscimenti da chi ci circonda. E così, quando il nostro lavoro diventa routine, o quando dobbiamo decidere se iniziare o meno una nuova sfida, sapere che qualcuno ci incoraggia, ci sostiene, è una spinta motivazionale enorme. Ma spesso le persone intorno a noi danno le nostre motivazioni per scontato, e sono più concentrate a sottolineare cosa non dobbiamo fare o cosa abbiamo fatto male che semplicemente dirci” ben fatto”. E anche per le più piccole cose l’assenza di incoraggiamento non solo può limitare le nostre iniziative, ma erodere lentamente la nostra fiducia, abbassando il nostro livello di impegno e di produttività.
Ma molti manager pensano che i loro collaboratori debbano automotivarsi, che debbano trovare loro stesse la spinta per migliorare e il loro compito sia solo quello di organizzare i team e controllare e aggiustare errori e problemi. Tuttavia una ricerca del 2004 (Losada & Heaphy) ha evidenziato come nei team più produttivi il rapporto tra numero di incoraggiamenti (feedback positivi) e scoraggiamenti (feedback negativi) è in media 5.6 (circa 5 commenti positivi per ogni commento negativo) mentre nei gruppi di lavoro meno performanti questo rapporto era di 0.36 (ovvero ogni 3 commenti negativi veniva fatto 1 positivo).
Inoltre a volte non ci rendiamo conto che anche gesti come un’alzata di sopracciglio, morderci le labbra, il tono di voce possono essere letti come disapprovazione del proprio operato. Oppure non guardare la persona mentre ci stà parlando, rispondere con semplici “uhm uhm” o “si, si”, può essere vissuto come mancanza di interesse rispetto a quello che si stà dicendo, alimentando frustrazione e pensieri negativi. Allo stesso modo a volte basta una piccola frase (ottimo lavoro, ben fatto, continua in questa direzione), un cenno o semplicemente un sorriso per incoraggiare qualcuno. Portando, oltre che a migliorare il benessere e l’umore dell’incoraggiato, ad aumentare risultati e produttività. Gratis e con pochissimo sforzo.
Buon lavoro.