“Se c’è soluzione, perché preoccuparti?
Se non c’è soluzione, perché preoccuparti?”
Detto giapponese
Dedicare i propri pensieri, la propria attenzione, le proprie emozioni a cose che non possiamo controllare può generare notevole stress da lavoro. Spesso invece le persone cercano di controllare eventi impossibili da cambiare. Questo atteggiamento porta solamente a una grande perdita di energia, a frustrazione e a lamentele sterili. Possiamo spesso ascoltare lamentele rivolte a qualcosa che è successo… anche se non si può tornare indietro nel tempo a cambiarlo. Ci sono poi obiettivi che sfuggono decisamente dalla nostra portata. Questo non significa che non dobbiamo fare niente per essi, si tratta però di avere il giusto atteggiamento. Non è certo lamentandosi che si può ottenere un cambiamento nel clima mondiale. Su questa dimensione si può cercare di avere un’influenza muovendo l’opinione pubblica; ma anche su questa non si può avere il controllo, si può solo provare… Se si approccia la questione aspettandosi la certezza di una diminuzione dell’effetto serra, l’effetto sarà solo delusione. Riprendendo la distinzione classica di S.Covey, possiamo dividere la vita di una persona in sfere: la sfera di preoccupazione, la sfera di influenza, e la sfera di controllo.
La sfera di preoccupazione riguarda tutto ciò che ci può preoccupare. La sfera di influenza, invece, comprende quelle cose che non possiamo controllare, ma che possiamo cercare di influenzare. Cosa fa parte di questa seconda sfera? Non possiamo controllare le persone che ci stanno intorno affinché facciano ciò che vogliamo, come vogliamo e quando lo vogliamo come ad esempio il cliente noioso. Ma possiamo cercare di influenzarle. All’interno della sfera d’influenza c’è poi la sfera di controllo.
Abbiamo già sottolineato che non si possono controllare in senso stretto né gli eventi, né le persone. L’unico controllo che può essere esercitato è quello su se stessi e sul modo di interpretare quegli eventi. In particolare possiamo imparare a controllare le nostre risorse emozionali, mentali, fisiche, spirituali.
Gli stati d’animo dipendono da noi e non dagli eventi, è ciò che scateniamo dentro noi stessi, in seguito a quel determinato evento, che ci fa vivere un certo stato emozionale. Tenendo in considerazione questo semplice schema, ci rendiamo conto che la qualità della vita, l’assenza di stress, deriva dal mantenere il proprio focus prima di tutto sulla sfera di ciò che possiamo controllare. Poi, possiamo spingere anche i nostri desideri e progetti nella sfera di ciò che possiamo influenzare. In questo caso con la consapevolezza di non poter avere certezze, rimanendo flessibili di fronte ai risultati.
Un fattore che accomuna le persone di successo è che di fronte ad un evento spiacevole si chiedono: “Posso avere influenza su questo?”. Ed evitano di rivolgere la loro attenzione su ciò per cui la risposta è negativa.
Al tempo stesso consideriamo che la propria leadership è tanto maggiore quanto più grande è la propria sfera d’influenza, cioè quanto più riusciamo a modificare l’ambiente intorno a noi. Il leader perciò è attento ad allargare la propria sfera di influenza migliorando le proprie capacità personali e professionali. Ad esempio imparare a comunicare meglio permette di ampliare la propria sfera d’influenza; saper ascoltare aiuta a relazionarsi con gli altri in maniera giusta; migliorare le conoscenze professionali rende più autorevoli e perciò capaci di influenzare, ecc. Più di tutto, il vero leader è costantemente attento alla propria crescita interiore in quanto è la parte della realtà sulla quale può imparare ad esercitare pieno controllo.