Nel mondo del tennis, come in quello aziendale, la pressione e lo stress possono incidere significativamente sulla qualità delle performance. Un noto maestro di tennis ha recentemente condiviso un consiglio che, sebbene nato in ambito sportivo, si rivela estremamente attuale per dirigenti, manager e responsabili HR: riconoscere e gestire la tensione per ritrovare fluidità e rendimento ottimale.
Durante una partita, ogni errore può innescare una reazione a catena. Il tennista, infatti, spesso sperimenta quella tensione che si traduce in movimenti rigidi e poco fluidi. Un colpo sbagliato porta il braccio a “bloccare” la successiva azione, compromettendo l’efficacia dello swing e creando una spirale negativa che può influire sul resto del match. Questo fenomeno non è casuale, ma il risultato di una risposta fisiologica: l’aumento dell’adrenalina e l’attivazione del sistema nervoso simpatico, che preparano il corpo alla reazione “attacco o fuga”.
Analogamente, nel contesto aziendale, un leader può trovarsi a vivere momenti di alta tensione dopo una decisione non andata per il verso giusto o un imprevisto. La pressione di dover ottenere risultati immediati può bloccare il pensiero critico e impedire l’accesso al livello di capacità ottimale, proprio come accade sul campo da tennis.
Una delle strategie adottate dai tennisti professionisti è l’uso di rituali predefiniti per “resettare” il corpo e la mente dopo un errore. Saltellare sul posto, sciogliere i muscoli e persino emettere un suono durante l’impatto con la racchetta sono gesti che aiutano a rilasciare l’energia accumulata e a ripristinare la concentrazione. Questi gesti non sono meri automatismi, ma vere e proprie tecniche di consapevolezza corporea.
Nel mondo del lavoro, purtroppo, l’uso del corpo come indicatore dello stato emotivo e della tensione è ancora troppo spesso trascurato. Riconoscere i segnali fisici che accompagnano lo stress – come tensione muscolare, respirazione affannata o rigidità – è il primo passo per evitare che lo stress impedisca di prendere decisioni ponderate. Integrare pratiche di rilassamento e mindfulness nella routine quotidiana può fare la differenza, consentendo ai leader di mantenere la calma e di operare al massimo delle loro potenzialità.
Le neuroscienze spiegano come un eccesso di adrenalina possa inibire la corteccia prefrontale, l’area del cervello responsabile del ragionamento e della presa di decisioni. In altre parole, se non si interviene per “spegnere” il circuito di stress, diventa difficile accedere a quel livello di performance che definiremmo ideale.
Questo meccanismo è ben noto agli atleti, che imparano a rilasciare la tensione per tornare rapidamente in uno stato di “risorsa”, ovvero quel momento in cui corpo e mente sono allineati e pronti a dare il massimo. Allo stesso modo, in azienda è fondamentale riconoscere il momento in cui lo stress sta compromettendo le proprie capacità decisionali e intervenire tempestivamente, magari con una breve pausa, una tecnica di respirazione o un’attività fisica leggera, per ripristinare un equilibrio ottimale.
I leader di oggi sono chiamati a gestire quotidianamente situazioni di elevata pressione. La consapevolezza del proprio stato emotivo e fisico diventa uno strumento indispensabile per evitare decisioni impulsive e per mantenere un ambiente di lavoro produttivo e sereno. Alcuni spunti pratici che possono essere tratteggiati dalla lezione tennistica includono:
Le dinamiche del tennis ci offrono una metafora potente per comprendere come lo stress possa compromettere le nostre performance, sia sul campo da gioco che nella sala riunioni. Riconoscere i segnali fisici della tensione e intervenire per rilasciarli è un’abilità fondamentale per chi ricopre ruoli di leadership.
In un mondo in cui la rapidità decisionale è spesso premiata, prendersi il tempo per “sciogliere” la tensione può rappresentare la chiave per accedere a quel livello di performance ottimale, trasformando lo stress in una risorsa piuttosto che in un ostacolo. Integrare questi spunti nella cultura aziendale non solo migliora il benessere individuale, ma favorisce anche un ambiente lavorativo più resiliente e produttivo.
L’invito, dunque, è a guardare oltre il mero aspetto tecnico del lavoro: coltivare la consapevolezza corporea e adottare pratiche di gestione dello stress può fare la differenza tra una performance mediocre e un rendimento eccellente. Come in una partita di tennis, anche in azienda è importante saper “resettare” e ripartire con la giusta carica, trasformando ogni errore in un’opportunità di crescita.