Essere motivati significa essere spinti a fare qualcosa. Ma la motivazione non è un concetto unitario, poiché essa può variare sia a livello quantitativo (quanta motivazione ho) che, a livello qualitativo (che tipo). La distinzione fondamentale è tra motivazione intrinseca, che si riferisce al fare qualcosa perché è “intrinsecamente” interessante o divertente e viene fatto per il gusto di farlo, ed estrinseca, che si riferisce a fare qualcosa perché porta a benefici o per evitare conseguenza negative (vedi anche questo articolo).
Ma la distinzione tra motivazione intrinseca (“lo faccio perché lo voglio”) ed estrinseca (“lo faccio perché devo”) non è così netta. Facciamo un esempio. Il lavoro che facciamo è quello dei nostri sogni, al quale abbiamo sempre aspirato. Quindi sono motivato a fare il mio lavoro da una spinta interna. Ma se dovessimo farlo per meno soldi o gratis lo vivrei alla stessa maniera? Oppure abbiamo accettato un’offerta che ci convinceva poco perché avevamo bisogno di lavorare. In pochi mesi scopriamo di amare quel lavoro e ogni mattina entriamo in ufficio contenti con voglia di fare: la motivazione è prevalentemente esterna o sta diventando interna?
Questa netta distinzione tra due tipi di motivazione dimentica due cose: che spesso esse sono difficilmente discernibili e che un tipo di motivazione che può lentamente trasformarsi nell’altro col passare del tempo o se cambiamo le condizioni di partenza. Ad esempio, attività che originariamente avevamo intrapreso per noi stessi possono diventare monotone e noiose una volta che iniziamo ad essere pagati per farle (o ci vengono offerte ricompense in cambio). Allo stesso modo, può capitare di scoprire una motivazione interna nel fare cose che in passato avevamo fatto solo perché pagati.
Ovviamente sarebbe meraviglioso poter riuscire a rendere le nostre motivazioni sempre più intrinseche, senza il rischio di vederle cambiare in qualcosa che è guidato dall’esterno. Per farlo, l’ideale è cercare un’attività che ci permetta di soddisfare tre bisogni fondamentali:
Infatti questi tre bisogni, secondo i ricercatori Richard Ryan e Edward Deci dell’Università di Rochester, sarebbero il “nucleo” alla base della motivazione interna.
Troviamo un lavoro (o creiamolo) che ci permetta di soddisfare questi tre bisogni o cerchiamo di continuare ad appagare queste necessità nel tempo (aggiungendo sfide, ampliando i nostri contatti, aumentando la nostra autonomia…): potremmo riuscire a farci guidare dalle nostra motivazioni interne, con tutti i vantaggi (benessere, produttività, felicità, ecc…) che ne derivano.