Definire i propri obbiettivi è fondamentale per migliorare le proprie prestazioni e raggiungere risultati… tranne quando inciampiamo in uno spiacevole effetto collaterale.
Prendiamo per esempio l’obiettivo di seguire una classica dieta. Diciamo che ci siamo imposti un limite giornaliero di calorie da ingerire. Riusciamo a rispettare questa regola per alcuni giorni finché una sera, usciti dal lavoro, i nostri colleghi/amici/amanti ci trascinano fuori ad un ristorante. Invece di un pasto sano cucinato a casa ci ritroviamo di fronte al menù del un ristorante. Ma le cose avevano iniziato a prendere una strana piega già prima di sedersi a tavola. Infatti già durante l’aperitivo ci era presa fame, e vuoi non stuzzicare qualcosa mentre si assapora un buon bicchiere di vino? Quelle noccioline sembravano così appetitose, e quei mini pezzi di pizza sembravano così innocui. E così, già prima di cena, combinando l’aperitivo con quella birra o quel bicchiere di prosecco, ci ritroviamo già vicini a raggiungere il nostro limite giornaliero di caloria. Al ristorante, in attesa di ordinare, si inizia a spiluccare il pane o i grissini, e il cameriere ha già portato il vino. Dentro di noi sappiamo che dovremmo ordinare un’insalata, ma qualcosa che ci sta dirigendo verso un primo. Perché sappiamo che ormai abbiamo superato il nostro limite, ma questo inizia a non importarci più. O meglio, iniziamo a pensare che visto che abbiamo lavorato tutto il giorno e sono giorni che mangiamo cose leggere e , spesso, insipide. E al diavolo, ormai abbiamo già sforato, quindi vada per gli gnocchi della casa con formaggio di fossa!!!
Così, mentre dopo giorni in cui avevamo tenuto fede al nostro obiettivo, in un unico momento di follia gettiamo al vento tutti i nostri “sacrifici”.
L’effetto “Al diavolo!” non è solo una mancanza di autocontrollo o una disattenzione momentanea, ma è direttamente collegato alla mancanza di un efficace piano per realizzare il nostro obiettivo. E questo non lo dice la casalinga di Voghera (che comunque ne potrebbe raccontare di storie…), ma è il risultato di esperimenti in laboratorio. Per esempio Janet Polivy e il suo gruppo di ricerca dell’Università di Toronto hanno effettuato una ricerca utilizzando come campione persone che stavano seguendo una dieta e altre avevano un regime alimentare “libero”. I partecipanti erano invitati a presentarsi in laboratorio a stomaco vuoto, quindi veniva servita loro una pizza (stesso gusto e stessa pizzeria per ogni soggetto). Quindi essi dovevano assaggiare e quindi va valutare la qualità dei biscotti.
In realtà agli sperimentatori non interessava il giudizio sui biscotti, quanto il numero dei biscotti mangiati. Questo perché nel “presentare” la pizza avevano utilizzato un piccolo trucco: per cui alla metà dei partecipanti veniva servita una pizza“apparentemente” più grande (in realtà la quantità di ingredienti e calorie era la stessa per tutti). Questo induceva questi partecipanti a pensare di aver mangiato di più di quello che aveva realmente ingerito. Quello che i ricercatori hanno scoperto è che i partecipanti che seguivano la dieta e che avevano pensato di aver superato il loro limite calorico giornaliero mangiando la pizza “apparentemente” più grande, avevano mangiato più biscotti degli altri soggetti (fino al 50% in più)! Mentre i soggetti in dieta, ma convinti di essere rimasti sotto il loro limite giornaliero, avevano mangiato la stessa quantità di biscotti di quelli che non erano a dieta. Dimostrando sperimentalmente l’esistenza di un effetto “al diavolo!”, ovvero una volta superato il limite che ci eravamo imposti, invece di fermarci, lo portiamo all’estremo. E quest’effetto non riguarda solo cibo o diete, ma si applica anche a soldi, alcool, shopping o qualsiasi altra area in cui ci siamo dati un limite. Se facciamo saltare in aria quel limite, allora è come se la nostra “macchina comportamentale” inizia una corsa senza conducente…e senza controllo.
Ma quindi come possiamo cercare di evitare di cadere in questa parossistica reazione? Un buon modo è riformulare i nostri obbiettivi in modo dà avere buona probabilità di “evitare” questi problemi, aggiungendo alle nostre regole delle situazioni “cuscinetto”. Ad esempio, rimanendo nell’ambito di una dieta, lasciarci un giorno a settimana in cui possiamo “straviziare”. Probabilmente il fatto che possiamo farlo senza “infrangere” le regole ci può portare a superare il nostro limite senza eccedere troppo. Oppure lasciarci un margine di flessibilità. Applichiamo questa “ristrutturazione” ai nostri obiettivi quotidiani e vedremo dei risultati significativi. Ad esempio, per un consulente può essere importante tenersi un certo margine di variabilità rispetto all’obbiettivo minimo che si vuole raggiungere e quello a cui si punta realmente. Perché se coincidessero ci potremmo trovare nella spiacevole situazione che se, per qualsiasi motivo, non riuscissimo a raggiungere, per esempio, 20 contratti in un mese, allora invece di ripartire con ancora più carica il mese dopo ci lasceremmo andare allo sconforto. E dire: “al diavolo, non è un lavoro che fa per me”, o “al diavolo, visto che non riesco a raggiungere l’obiettivo mensile, allora non faccio neanche il mio giro visite”. Quindi quando pianifichiamo i nostri obiettivi, teniamo in considerazione tutte le variabili, prepariamoci alle sorprese, e, soprattutto, evitiamo di essere estremamente rigidi. Così, per esempio, se stiamo risparmiando soldi per una vacanza, non programmiamo ogni singola spesa, ma lasciamoci un po’ di soldi da spendere per “varie ed eventuali”. Se poi riusciremo a non spenderli, beh, tanto meglio: ci potremo permettere una cena di pesce in più!!!