Con workaholic (parola che nasce dall’interazione tra la parola work, lavoro, e alcoholic , alcolista) si intende una persona totalmente dipendente dal lavoro. Nel senso che il lavoro non solo occupa la maggior parte del tempo “fisico” della persona, ma tende ad interferire con la maggior parte delle attività sia mentali che sociali, arrivando a minarne il benessere. Wikipedia riporta la seguente definizione: “persona il cui bisogno di lavorare è talmente eccessivo da creare notevoli disagi ed interferenze nello stato di salute, nella felicità personale, nelle relazioni personali e familiari e nel suo funzionamento sociale”.
Il lavoro è un elemento di prima importanza nella vita della maggior parte delle persone. Non solo perché esso ci fornisce i mezzi per sopravvivere e per poter offrire sostentamento ai nostri cari, ma soprattutto perché il lavoro è uno dei pilastri della nostra identità. La maggior parte di noi si identifica nel proprio lavoro. Quando ci presentiamo, o veniamo presentati a qualcuno, le prime informazioni che offriamo all’altra persona sono il nostro nome e il lavoro che facciamo. Tuttavia il lavoro può diventare “predominante” nella nostra vita, occupando anche lo “spazio vitale” che servirebbe per altre attività. E questo ha come conseguenza un peggioramento della qualità di vita e del benessere della persona.
Nel caso di un workaholic, quando la propria vita personale inizia a peggiorare a causa dell’eccessiva attenzione verso il lavoro, paradossalmente quello che succede è che si getta ancora di più nel lavoro, entrando in un circolo vizioso. Ma qual è la linea che separa un dipendete da lavoro da un “normale” lavoratore a cui piace lavorare duramente? I grandi lavoratori in genere riescono a mantenere un equilibrio nella loro vita, mentre in caso di un dipendente da lavoro, l’ossessione per il lavoro copre tutto il resto. Questa ossessione impedisce loro di mantenere relazioni sane, interessi esterni, e li porta a trascurare la propria salute, a perdere interesse per ogni altra attività e ad ignorare amici e familiari.
Le seguenti domande servono per valutare alcuni dei sintomi più comuni della dipendenza da lavoro:
1. Lavori più di 50 ore alla settimana?
2. Quando dormi sogni il tuo lavoro?
3- Pensi che per raggiungere il successo devi lavorare fino a tardi per la maggior parte del tempo?
4- Ti senti un estraneo in casa tua?
5- Tendi costantemente a mancare o a cancellare eventi sociali e familiari?
6- L’organizzazione dei tuoi impegni e appuntamenti sfora le 40 ore settimanali di lavoro?
7- Ti annoi quando non stai lavorando?
8- È il lavoro l’attività che ti piace fare meglio e di cui ti piace parlare di più?
9. Quando sei in vacanza controlli sempre i messaggi telefonici e le e-mail?
10. La tua famiglia e i tuoi amici hanno rinunciato ad aspettarti in orario?
11. Ti irriti quando qualcuno ti chiede di interrompere il tuo lavoro per fare qualcos’altro?
12. Ti senti sempre in colpa? Colpevole per non stare con la tua famiglia? Ma poi ti senti in colpa per non stare lavorando?
Se la tua risposta alla maggior parte di queste domande è positiva, allora probabilmente sei un maniaco del lavoro.
Ma come si può affrontare il problema? Uno delle questioni più difficili nell’affrontare questa dipendenza è che il duro lavoro dei workaholics è spesso visto come una cosa positiva, soprattutto dai proprio superiori, e quindi ottengono premi e riconoscimenti questo. Fortunatamente, molte persone nelle organizzazioni aziendali stanno imparando a riconoscere i segni della dipendenza dal lavoro e a rendersi conto che, in ultima analisi, questa dipendenza fa male al livello di performance della persona (e, quindi al livello prestazionale dell’azienda): i vantaggi percepiti sono, quindi, spesso solo temporanea.
Come per tutte le dipendenze, il passo più difficile è ammettere a se stessi che si ha un problema. La prima cosa che ogni workaholic deve fare è quello di cercare po’ di indirizzare la propria vita verso un maggior equilibrio, cioè ricercare una sintesi e un’armonia tra il lavoro e le attività extra-lavorative!
Ed ecco qualche piccolo suggerimento/consiglio per evitare di cadere nella spirale del workaholism:
– pianifichiamo il nostro tempo. Se il rispetto delle scadenze è un problema, organizziamo il nostro tempo tenendoci almeno il 20% in più di quanto si pensi si ha realmente bisogno. Se faremo prima, beh, avremo più tempo per noi, altrimenti avremo comunque usato un tempo che avevamo stabilito noi (senza fare tutto di corsa…)
– non viviamo al di sopra dei nostri mezzi. A volte maniaci del lavoro credono di poter ottenere quasi tutto, anche l’impossibile. Ma non si dovrebbe mai vivere uno stile di vita che non ci si può permettere!
– facciamo attenzione a portare il lavoro a casa. Evitate di i documenti a casa con voi. Dobbiamo considerare casa nostra come un luogo sacro dove ristorarci e rilassarci, condividendo questi piaceri con i nostri cari
– prendiamoci del tempo per le vostre amicizie. Chiamiamo i nostri vecchi amici di scuola superiore ed evitiamo di socializzare esclusivamente con i nostri amici d’ufficio per un po’ (con cui, purtroppo, tendiamo sempre a parlare di lavoro…)
– prendiamoci cura del nostro corpo. Andiamo a camminare, a correre, a nuotare di tanto in tanto – ci piacerà, ci farà sentire vivi e in salute. Mangiamo bene, dormiamo meglio e teniamoci in forma
– rivediamo i nostri obiettivi a lungo termine: è davvero necessario tutto questo lavoro?