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In questo semplice ma, a mio parere, brillante esperimento, dei ricercatori hanno semplicemente messo due fogli, uno con il simbolo dell’uomo e l’altro della donna, in due entrate trasparenti ed adiacenti di un edificio. Cosa succede? Che le persone che devono entrare nell’edificio iniziano ad entrare esclusivamente dalla porta con il simbolo del proprio genere. E con ciò, direte voi? Beh, guardate il video. Noterete alcune scene veramente interessanti: persone che mentre stanno già varcando la soglia del palazzo si accorgono del simbolo, iniziano a guardarsi attorno per poi entrare dalla porta posta a un metro di distanza e che accede alla stessa identità area; altri due ragazzi stanno parlando e, vedendo i due simboli, si dividono nelle due porte, per poi ritrovarsi un secondo dopo nello stesso posto. Interessante come poi molti di loro si guardino indietro, verso le due entrate, un po’ perplessi. Perché? Forse perché qualcosa non torna, vero?
Ovviamente una parte di noi si rende conto di aver fatto una cosa totalmente priva di logica, ovvero seguire un’indicazione “esterna” che lega il genere ad una specifica entrata tra due porte distanti un metro l’una dall’altra e che danno nello stesso atrio (si vede dal vetro). Forse la sensazione di aver seguito una regola inutile, senza alcun senso, ci fa sentire un po’ meno padroni dei nostri stessi comportamenti? Spesso, quotidianamente, nella nostra vita seguiamo regole esterne ed imposte da altri senza pensare minimamente al perché di queste indicazioni. Direte voi, giustamente: ma perché dovrei preoccuparmi di pensare al perché di cose come questa, che non hanno un reale impatto nella mia vita? Perché molto spesso sono regole sociali, di logica, di buon senso, ma non sempre e così. Ed il problema è che raramente ci chiediamo il perché di una norma, di un comportamento, un una modalità di pensiero.
Noi impariamo (con una certa fatica) a seguire le regole sin da bambini, ma poche persone ci spiegano perché dobbiamo seguirle. Ma a volte le regole sono un limite alla creatività e alla originalità. Le regole sono fondamentali per una qualsiasi società (civile o economica). Ma seguire ossequiosamente ogni regole può portare al rischio di pensieri unici e “totalitarismi” (fascismo, nazismo, comunismo, ecc). E a volte infrangere le regole ci permette di essere creativi, originali, liberi. Infrangere le regole giuste vuol dire innovazione, creazione e ricerca di nuovi paradigmi. Il trucco è sapere quali regole di rompere e quali non. L’innovazione è riuscire ad andare là dove nessuno è mai giunto prima. Darwin, Thomas Jefferson e Einstein sono stati tutti i trasgressori. Pensate alle persone di maggior successo di vendite che conosci. Esse hanno tutte imparato classiche “regole non scritte” della vendite, poi hanno deciso di romperle. Infatti se si chiede loro di raccontare i segreti di come si fa a diventare i migliori venditori, anno dopo anno, essi sorridono e dicono che hanno avuto una buona formazione. Non vi diranno che hanno scoperto quali sono le regole rompere per fare il salto di qualità. Perché qualsiasi lavoro noi facciamo, è attraverso la scoperta di quali regole dobbiamo infrangere che riusciremo ad avere successo nella vita.
E chiudo citando Giovanni Allegri: “Non bisogna mai aver paura di rompere le regole, se è il nostro cuore a chiederlo. Mai temere di destabilizzare un sistema: è nella sua natura la necessità di cambiare. Ma soprattutto bisogna sempre trovare il coraggio di esporsi, di osare, di mettersi in gioco: è un dovere dell’artista!”