In generale le persone negano di essere dei leader nella loro vita quotidiana. Le persone si rifiutano di considerare il persuadere e l’influenza che quotidianamente esercitano verso gli altri, volontariamente o meno, una forma di “leadership” (vedi anche questo articolo). Molti pensano che i “leader” siamo solo ed esclusivamente quelle persone con posizioni importanti ed autorità. Ma, come dice Deb Calbert in questo interessante articolo, quelli non sono i leader. Quelli sono i manager. I leader sono le persone che abbiamo scelto di seguire nella nostra vita (nel lavoro così come nella vita privata) , quelli che stabiliscono gli esempi che vogliamo emulare. I leader sono le persone intorno a noi che hanno un impatto sulla nostra vita, sul nostro modo di pensare ed agire. I leader non sono persone dotate di doni speciali o abilità uniche e quasi magiche. Sono esattamente come noi. Come diceva Drew Dudley in questo TedTalk, i leader siamo tutti noi, e lo possiamo essere tutti i giorni.
Ognuno di noi infatti è un leader nella propria sfera di influenza. Che ci piaccia o meno, che ne siamo consapevoli o no, che sia voluto o totalmente casuale, attorno a noi ci sono persone che ci osservano, ci studiano e che basano molti dei loro pensieri e comportamenti sulle nostre azioni. Ci vedono come una guida, un punto per orientarsi nella vita, una bussola che indica una direzione.
Possiamo ispirare qualcuno ogni volta che parliamo, che agiamo, che prendiamo decisioni. Possiamo indurre pensieri e comportamenti ogni volta che comunichiamo e quando interagiamo con gli altri.
Quindi la domanda non dovrebbe essere: siamo dei leader? La domanda dovrebbe essere: siamo devi buoni leader? Se partiamo negando il fatto che possiamo influenzare gli altri, allora è probabile che non lo siamo. Di per sé l’essere consapevoli del nostro ruolo di leader aumenta la probabilità che la nostra leadership sarà efficace. Già solo la consapevolezza stessa che gli altri possano vedere in noi un modello di pensiero e comportamento può migliorare la nostra leadership.
Quando neghiamo di essere dei leader, quello che stiamo realmente negando è la nostra responsabilità verso gli altri. Il non considerarci dei leader ci fa sentire come alleviati dalle nostra responsabilità. Ecco perché diciamo cose come “questo non è compito mio” e “non è un mio problema”. Ovviamente non dobbiamo sempre fare tutto. Non dobbiamo preoccuparci di tutto il mondo. Ma possiamo costantemente influenzare, facilitare, incoraggiare le persone in modo che riescano a sbloccarsi e riescano a risolvere i loro problemi, riescano a concludere un lavoro, riescano a dare del loro meglio. E realizzando che a loro volta possono essere dei leader, a loro volta potranno influenza e ispirare gli altri.
Siamo tutti dei leader. Alcuni, come i genitori e gli insegnanti, hanno un impatto profondo ed evidente sugli altri. Alcuni, come i nostri superiori, possono essere sia leader che manager, ispirare e gestire. Altri, che fanno lavori più umili o con meno persone sotto il loro diretto controllo, come impiegati, cassieri, operai, possono costantemente offrire il buon esempio e ogni giorno si trovano di fronte a molte opportunità per rendere la giornata degli altri migliore, più semplice, più sorridente, anche attraverso piccoli e semplici gesti.
L’essenza della leadership è rimanere orientato sugli altri. Essere consapevoli che quello che facciamo e diciamo verrà visto, sentito, percepito dagli altri, e che con i nostri comportamenti, pensieri, azioni, possiamo ispirare, motivare, influenzare gli altri, sia positivamente che negativamente, è il primo passo per realizzare che ognuno di noi è un leader.