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BE Training ha partecipato al mese della formazione organizzato da Forema di Padova.
Il tema dell’incontro è stato: l’azienda come cultura. In particolare si è parlato di come è possibile portare la cultura, le applicazioni, gli strumenti presenti nelle grandi imprese anche nelle piccole o medie aziende del nostro paese.
I diversi relatori hanno sottolineato la centralità dello sviluppo delle risorse umane. Su questo tema noi di BE Training abbiamo condiviso alcuni spunti della metodologia LAM.
In questo articolo voglio ribadire un concetto che ho espresso nell’incontro di Padova: la necessità di portare nelle nostre aziende un approccio più scientifico alla formazione.
Approcciare la formazione in modo più scientifico significa:
– poter verificare che i comportamenti delle persone siano davvero cambiati al termine della formazione (e non fermarsi a valutare solo il gradimento della stessa);
– analizzare i bisogni formativi partendo da indicatori strategicamente significativi per l’azienda (e non semplicemente ‘andare a sensazione’, o chiedendo al paziente quale medicina vuole);
– scegliere le metodologie formative per la loro funzione e per il contributo che possono portare (e non solo per moda o per l’innamoramento di qualcuno per una certa metodologia);
– mettere in discussione ciò che si fa: valutare le azioni formative durante l’intervento, in modo da poter ‘correggere il tiro’ in corso d’opera;
– poter misurare il ritorno economico della formazione (in modo da cambiare quella consolidata abitudine di fare formazione solo se ci sono i finanziamenti, e se non ci sono… la si taglia)
Tutto questo risulterà certamente poco simpatico a chi vuole mantenere un legame esclusivamente artistico con la formazione (l’arte è certo importante ma non può essere l’unica dimensione) e soprattutto a tutte quelle persone che hanno il bisogno egocentrico di non mettersi in discussione. Purtroppo nelle analisi che abbiamo condotto negli ultimi anni abbiamo constatato che, se è vero che in tutte le aziende strutturate il processo che va dall’analisi dei bisogni alla misurazione viene spesso realizzato, è anche vero che c’è modo e modo per realizzarlo. Abbiamo bisogno che le aziende si mettano in discussione chiedendosi: quali metodi e quali strumenti possiamo utilizzare in ogni fase per rendere più scientifico il nostro approccio? Non dobbiamo difendere nessuna verità: dobbiamo capire ciò che funziona!
Le esperienze che abbiamo realizzato ci dicono che attraverso una combinazione efficace di diversi strumenti è possibile, in aziende piccole come in quelle grandi e stando dentro un budget ragionevole, elevare la qualità del lavoro e rendere l’apprendimento duraturo nel tempo. Ogni realtà è diversa e la combinazione deve necessariamente adattarsi ad ogni singolo caso. E ricordandosi che quando si comincia a lavorare ad un progetto non si può sapere esattamente come si riuscirà a vincere la sfida. E’ proprio l’approccio dell’intervento-ricerca che guida verso la meta. E’ avvincente e appassionante; direi una forma d’arte.